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Messaggio Da Dolcestella Ven Giu 20, 2008 8:22 pm

Il Parco dell'Uccellina

E’ uno di quei luoghi dove vale la pena andare se non ci siete mai stati e dove fa sempre piacere tornare, anche se lo conoscete già, per scoprire un angolo nascosto o ritrovare uno scorcio, una sensazione, che avete conservato tra i ricordi. È’ il parco della Maremma, forse più noto come parco dell’Uccellina. È bello in tutte le stagioni, ma i periodi migliori sono forse le belle giornate d’autunno e di primavera, quando il sole è tiepido e l’aria frizzante t’invita a camminare.
Il percorso che vi proponiamo è un po’ particolare perché unisce all’interesse naturalistico quello storico architettonico rappresentato dalle rovine del monastero di S. Maria Alborense, oggi più noto come S. Rabano, che si trovano lungo uno degli itinerari del parco. Il percorso non presenta difficoltà particolari, ma vi consigliamo di arrivare muniti di un paio di scarpe comode e robuste e di un bel po’ di fiato perché ci sono da percorrere 6 km. a piedi, superando un notevole dislivello per raggiungere Poggio Lecci ad oltre 400 metri da cui si gode uno splendido panorama.
Incontrerete le rovine più o meno a metà percorso, il monastero è situato infatti ad un’altezza di circa 320 m., tra Poggio Uccellina e Poggio Lecci. Anticamente era raggiungibile tramite una strada lastricata, detta la "Strada della Regina", che si dipartiva dall'antica via Aurelia e di cui oggi rimangono solo due brevi tratti ancora abbastanza integri ad una quota di circa 250 m. Dell'antica abbazia restano in buone condizioni soltanto la chiesa, il campanile e una torre di avvistamento di costruzione più recente, mentre le mura, che racchiudevano un tempo il convento, sono andate completamente in rovina. Intorno al monastero sono visibili alcune tracce legate alla vita quotidiana del convento tra cui una cisterna, situata a sinistra del sentiero che porta verso il mare, e una vasca per la raccolta dell'acqua. Le notizie storiche riguardanti il monastero sono molto scarse, perché nel corso dei secoli il suo archivio è andato disperso. Il primo documento conosciuto in cui si trova traccia dell’abbazia risale al 1101, ma da quanto si desume dal documento a quella data il complesso non solo era già costruito ma aveva anche assunto una certa importanza. Le sue origini quindi restano sconosciute e in assenza di testimonianze documentali si possono formulare soltanto delle ipotesi. E dopo questo tuffo nella storia, torniamo alla nostra passeggiata. Il percorso continua scendendo verso valle e ci riconduce per un altro sentiero poco lontano dal punto di partenza. A questo punto, stanchi e affamati, per concludere la giornata non avete bisogno che di un buon pasto e di un comodo letto, per entrambi non avete che l’imbarazzo della scelta. Le aziende agrituristiche infatti sono numerose anche nel parco, ve ne segnaliamo una che ha la particolarità di trovarsi sulle sponde dell’Ombrone e che consente a chi è anche appassionato di canoa, e non ancora stanco, di discendere l’ultimo tratto del fiume fino a mare.

Come si raggiunge
Il Parco è raggiungibile dalla via Aurelia, da sud seguendo le indicazioni per Alberese al 166 km e da nord girando al 174 km per Rispescia e AlbaresePer un fine settimana C40_11_prato_fiorito_alta_badia
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