L'esperienza aiuta a riflettere sulla cecità

Una "cena al buio" per provare
e capire nuove sensazioni

"Una cena al buio": è un'esperienza molto coinvolgente che la Regione Piemonte offre a Melting Box (ieri e questa sera fino ad esaurimento dei posti ). Un'esperienza indimenticabile che ho sperimentato al Circolo dei Lettori, a Torino, per festeggiare la Giornata nazionale dello sport paralimpico. L'invito era allettante: "riscoprire il valore dell'ascoltare, il bello del toccare, il piacere del gustare e il fascino del riconoscere i profumi...tutto rigorosamente al buio" . Ma la parola "buio" pare abbia spaventato un po' di persone che hanno disertato l'appuntamento. Assieme a una trentina di persone (tra cui Tiziana Nasi, presidente Paralimpiadi) sono entrata in una sala rigorosamente buia per mano a un gentile signore non vedente che mi ha avvicinata a un tavolo. Ho cominciato a sentire, anzichè vedere lo spazio; a sentire il piatto, le posate, i bicchieri, le bottiglie di acqua e vino. Non vedo e non conosco i commensali vicini, ma sembra più facile rompere il ghiaccio e comunicare con persone di cui senti solo la voce. Dopo pochi minuti ci siamo già scambiati reciproche informazioni su nomi, lavoro, motivazioni e sansazioni, il tutto accompagnato da un rincuorante brindisi (strano ma vero: riesco a versarmi e a bere il vino senza fare danni). Alla mia destra siede una sindacalista: " sono qui per capire quello che ha provato mia madre quando a 49 anni ha perso la vista..." Intanto un uomo che sedeva di fronte ha "perso" la moglie: in preda al panico se ne è andata. Alla mia destra una psicanalista. Domanda scontata: perchè fa così paura il buio? "Può scatenare insicurezze, timori profondi..." A rassicurarci arrivano antipasto, primo, secondo e dolce - tutto ottimo - serviti da tre premurose cameriere non vedenti che si muovono sicure e professionali, addestrate alla scuola alberghiera: i loro gesti sono delicati e attenti e si preoccupano di farci sentire a nostro agio. Riuscire a mangiare, a infilare la forchetta nel cibo senza farla girare a vuoto non è impresa facile. Dopo un po' di tentativi divento persino brava ed è divertente scoprire solo con il gusto e l'olfatto che cosa si sta mettendo in bocca. I sapori sembrano più intensi, come piacevole e più facile è la conversazione con i vicini di tavolo: le parole sembrano assumere un significato più profondo, senza la distrazione dell'apparire. E scopro che il buio può aiutare a capire e vedere quello che spesso i nostri occhi distratti non percepiscono più. Sensazioni forti, da provare.

"il bello del toccare"
Ecco quello che piu' mi è piaciuto di questo racconto

Una bella esperienza! Per quanto,dove occhio non vede cuore non duole,la vista rimane sempre un grande dono.