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Uomini di altri mondi

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Messaggio Da gaspare Ven Feb 06, 2009 4:14 pm

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Una volta mio padre mi disse che esistono due tipi di storielle divertenti: quelle che non si possono raccontare e quelle che non vale la pena di raccontare. In effetti [b]anche in un campo variopinto come quello dell’ufologia e della ricerca di frontiera, esistono delle cose piuttosto noiose, ma che secondo alcuni ricercatori appaiono "più serie", mentre le cose più interessanti e innovative spesso e volentieri vengono incredibilmente accantonate e neppure prese in considerazione da chi studia questi fenomeni da anni.

Perchè? Perchè la fonte, ovviamente, non è misurabile, pesabile, confutabile o percettibile, non appartiene al sistema metrico decimale e neppure alla valuta corrente al Nikkei di Tokyo o a Wall street. Insomma, sfugge alla logica di chi, negli anni ’50 e ’60, ha gettato le strane basi di quell’insolito campo che è l’ufologia. Lo stesso termine in verità ha poco a che vedere col problema. Nel mirino del ricercatore, ormai, non ci sono più solamente dischi metallici che volano nel cielo, e di cui bisogna stabilire velocità, direzione, tipo di moto e possibilmente distanza grazie a una triangolazione fortuita col palo della luce poco distante. Qui ormai si parla di alieni, di addotti, di programmi di addestramento, di rivelazioni. I mezzi dell’odierno ricercatore, per quanto sempre vagliati dalla tempra della logica e delle comparazioni incrociate, sono tanto le testimonianze di un fatto fisico quanto le descrizioni di un sogno, i colori di un’aurea, le atmosfere sciamaniche di una visione, le informazioni ottenute tramite canalizzazione o per via telepatica. Che gli ufologi di vecchio stampo, assieme ai ricercatori “scientifici” e “seri” (che vorrebbero canonizzare persino il grande mistero, il Wakan-Tanka dei nativi americani), storcano il naso e mi accusino di follia e millanerismo, di diano anche il manto di newager dell’ultimo minuto. Non è così semplice: la stessa materia che studiamo è fatta più di una sostanza impalpabile e immediatamente evanescente che di roccia o pietra. Quando un militare, un pilota di caccia, un poliziotto o uno scienziato - fosse anche un Nobel – vedono un UFO o parlano con un alieno, perdono tutti i loro privilegi sociali, la loro credibilità scompare: essi vengono misteriosamente inglobati da quel mondo di Leprechaun, folletti e gnomi che compone il tessuto stesso del mistero, come una volta i marinai venivano rapiti dalle sirene. Così John Mack ha perso la sua cattedra ad Harvard, Withley Strieber dopo tanti bestseller stenta a vendere un libro e l’esperto areonautico Clark McClelland si è rovinato professionalmente ed emotivamente: il tutto da quando hanno iniziato ad occuparsi di alieni.

che ne dite, vi và di parlarne Very Happy
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Messaggio Da gaspare Ven Feb 06, 2009 4:20 pm

Ogni tanto gli archeologi trovano oggetti misteriosi ed enigmatici; con caratteri indecifrabili, con strani glifi, formule magiche arcaiche, con esseri amorfi e via dicendo. Oggetti di questo tipo ormai se ne contano a migliaia e alcuni di essi rimangono nascosti e dimenticati nei vari scantinati dei musei. Uno di questi strani oggetti, sebbene se ne sia discusso parecchio, non ha ancora avuto la fortuna di divenire celebre e ammirato come altri suoi simili. Si tratta del disco di Festos, trovato a Festos (Creta) dall' Italiano Luigi Perneri nel 1908; è una tavoletta circolare di terracotta realizzata nel 1700 a.C., raffigurante geroglifici non ancora interpretati. Reperto archeologico piuttosto ambiguo, bellissimo dal punto di vista estetico, reca sulle due facciate (come possiamo vedere dal disegno: sono presenti entrambe le facce del disco) segni pittografici che rappresentano pietre, uomini, foglie, pesci sconosciuti, oltre che un boomerang, che come sappiamo è un arma di origine oceanica e non greca!
Queste incisioni non furono fatte a mano, ma realizzate con 45 punzoni, fatto altrettanto ambiguo per l'epoca, poiché il primo a usare i punzoni fu un certo Gutenberg solo 3000 anni più tardi. Prima di stabilire la sua origine cerchiamo di chiarire che cosa potrebbe rappresentare questo disco. Per alcuni si tratterrebbe o di un inno religioso o di un canto di guerra, o anche di una profezia magica.
Secondo l'esperto di lingua micenea Rosario Viene non si tratta di inni o canti poiché non è una scrittura: le figure costituirebbero un calendario usato per calcolare la durata dell'anno solare, basato su un ciclo di 128 anni, rivelatosi ancor più preciso persino del calendario gregoriano, studiato nel 1582 e ancora in uso oggi. Benché queste teorie siano interessanti, non abbiamo ancora capito di preciso che cosa vogliano rappresentare questi segni, e chi e perché li fece!
Il motivo: le parole corrono lungo una spira, sia da un lato che dall’altro; i ricercatori si sono detti: ma dove comincerà la scrittura? Dal centro? Dalla periferia verso il centro? Andando verso dove? Sommando i segni presenti nelle 61 parole che appaiono, troviamo un totale di 242 segni, una cifra irrisisoria paragonata ai 30.000 che hanno permesso di decifrare la scrittura lineare B, i 7.500 della lineare A e i 1.600 della scrittura geroglifica cretese.
Analizzando bene, i segni sono estremamente realistici ottenuti con la stampa di 45 punzoni, su entrambi i lati.
Si tratta probabilmente del primo caso nella storia di un'iscrizione realizzata con l'aiuto di caratteri mobili.

Per ora è destinato a conservare il suo mistero.
Si ritiene che sia stato realizzato intorno al 1700 a.c. (ovvero piu di 3700 anni fa). Molti lo citano come primo esempio di stampa : infatti sulla argilla ancora umida furono impressi i caratteri con una serie di "sigilli" rappresentanti 45 simboli.
I sigilli in altre civiltà come la mesopotamica o l'egiziana venivano invece usati per autenticare ad esempio i documenti o per identificarne gli autori (si usava la cera come base).
Questo sistema, usato nel disco, invece e' lo stesso o molto simile che usera' Gutenberg nell'inventare la stampa moderna a caratteri mobili.
Per altri invece potrebbe essere un calendario...
Il mistero ad oggi... non risulta svelato...
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Messaggio Da Margot Ven Feb 06, 2009 4:26 pm

è un discorso che mi affascina ma molto complesso .....cercherò di partecipare Embarassed
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Messaggio Da artu06 Dom Feb 08, 2009 10:15 am

E' veramente affascinante l'argomento di Gaspare, e trattarlo richiede molto studio e conoscenze, oltre ad un buon impegno a scrutare le stelle,che sicuramente non lo mette uno come me, gia ritenendosi lungamente impegnato a vedere dove mette i piedi.E' molto difficile dire con esattezza, se quello che è stato avvistato,fosse vero,o inventato, allucinazione o frutto del bicchiere, chi può dirlo? Io no. L'argomento, però, se fosse possibile viaggiare nella galassia,forse meglio di come si fà nelle nostre città nelle ore di punta, può in un certo senso essere azzardoso farlo,e sopratutto tenendo conto di alcune cose che sappiamo,ed altre che possiamo intuire. All'epoca Giulio Verne, scriveva di un sommergibile e di un missile, cose entrambe lontane e inattuabili. Lui era uno scrittore, non aveva inventato nulla, pur avendo l'idea mancava la tecnologia.Mancavano, in parole povere, quei motori capaci di spingere tali veicoli, con un peso accettabile,per poter portarselo dietro. Sappiamo, per detto di scienziati, che se riuscissimo a viaggiare alla velocità della luce, molti parametri sparirebbero, diciamo che potresti viaggiare anche nel tempo forse.Un'altra cosa da considerare, è che noi vediamo stelle che distano da noi milioni di anni luce. Orbene se la visione di quella stella o pianeta ecc ha impiegato milioni di anni,per arrivare a noi, può darsi che ora realmente non c'è più. Immaginiamo che qualcuno abbia trovato il modo di viaggiare alla velocità della luce, il nostro presente, il nostro futuro ed il nostro passato, sarebbero solo delle immagini come quella stella che vediamo e non c'è. Se così fosse, noi potremmo essere l'immagine di un futuro, che ha ragiunto quelle tecnologie. Chi ci dice che l'infinità dello spazio e delle galassie non sia un insieme di immagini? Sicuramente se questo fosse vero, spiegerebbe anche,alcune immagini del passato,che risultano inconcepibili. Penso a quelle ritrovate in america latina, che rappresentano un razzo, penso a molte cose fra Inca e Maia che sanno di futuro, come nell'antica grecia ecc. Naturalmente è una ipotesi senza suffraggi autorevoli, e buttata li per dire qualcosa. Comunque una cosa mi pare certa, che per quanto riguarda lo spazio, penso che oltre i confini del noto per aver toccato(o comunque scrutato), sono tutte ipotesi.
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